Il massaggio richiede un massaggiatore, Clive per l’appunto, bello e prestante, nero(anche se appena appena), ma prematuramente e misteriosamente defunto. Siamo al suo funerale commemorativo, tardivo e affollato.
E’ un personaggio che conosceremo solo indirettamente durante la lettura:“Anche se Clive era molto scrupoloso e non tralasciava mai la cerimonia del massaggio, per alcuni questa fungeva solo da preliminare a un incontro più intimo e prolungato, che comprensibilmente, sarebbe costato qualcosina di più…”
Per un personaggio di tal fatta con conoscenze infinite la cerimonia si trasforma in qualcosa di mondano e imbarazzante, maschi e femmine, tutti esponenti della upper class londinese. La celebrazione, la musica, il sermone, possono scivolare in qualcosa di sgangherato e paradossale, nei ricordi imbarazzati, sopratutto sulla causa della sua morte, da parte di alcuni astanti. Tanto più che anche il celebrante, padre Geoffrey è stato “massaggiato”, e alla facoltà di teologia il suo tutor aveva scritto sulla tesina: “ Salta all’occhio una certa confusione fra Dio e Joan Crawford”.
E’ la satira di un mondo ricco e patinato, dove la sincerità non è la più alta aspirazione.
L’umorismo molto british di Bennett, rende ancora più tagliente e sulfurea la commemorazione, che sta alla base del piccolo (solo 95 pagine) ma divertentissimo romanzo.
Presso Adelphi troverete altri indimenticabili romanzi e racconti di Alan Bennett, quasi tutti con inconfondibili copertine pink squillante.