Esposizione “Io, Tu, Lui, Lei”
a cura di Francesco Urbano e Francesco Ragazzi
Palazzetto Tito, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
6 marzo 2012
Io, Tu, Lui, Lei è soprattutto un’esperienza di incontro. Tra un gruppo di giovani artisti e uno di signori e signore omosessuali veneziani nati tra gli anni ’30 e ’40. tra uno sguardo curioso e una sensibilità attenta e un mondo di affettività e solitudini senza clamore.
Questa mostra e l’incontro di cui rende conto affondano le sue radici in un seminario residenziale “A special Day”, reso possibile la scorsa primavera dall’ Osservatorio lgbt e dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità). La mostra è curata da Ragazzi e Urbano dell’associazione progetto curatoriale E. Tutti questi dati relativi al percorso che ha prodotto le riflessioni espresse dagli artisti sono una parte importante del valore di questo progetto come percorso di conoscenza.
Una su tutte è la storia che centra il cuore di questo incontro e ne restituisce il valore narrativo e sentimentale. Il fiero leone dei Giardini Reali che rinchiuso in gabbia dall’imperatore francese muore di solitudine e che l’artista Tomaso De Luca reinterpreta incrociando la storia con le storie di gioventù senza parole negli stessi Giardini dietro Piazza S. Marco dei signori coinvolti nel progetto. Leoni fieri, alati come il leone di S. Marco, immaginari, impossibili ma profondamente reali e soli. Il leone che De Luca rievoca trascorre gli ultimi momenti della sua vita scambiando una dolce conversazione con un uccellino e ancora una volta il luogo dell’impossibile è aperto dalla narrazione sentimentale di questo percorso espositivo-esperienziale.
L’archivio è un momento importante della mostra, raccoglie materiali cartacei provenienti dalle vite dei signori che gli artisti hanno incontrato e che documentano diversi modi di intendere e interpretare l’identità omosessuale, le diverse prospettive politiche ed ermeneutiche, le diverse sensibilità e identificazioni.
Infine vale la pena parlare del lavoro sugli Antenati di Andrea Romano e Annita Caprez, che partendo dal cartoneanimato omonimo e cogliendone infinitesimali sequenze ridotte a segno ermetico su tavolette di legno, descrive la parabola dell’incontro tra gli uomini e i dinosauri, tra ciò che è moderno e giovane e ciò che è più vecchio, precedente e in qualche modo archetipico e istruttivo. Questi disegni su tavolette ovali appesi al muro come pitture diverranno sgabelli e serviranno come sedili per il reincontro tra i signori e le signore omosessuali e i giovani artisti che l’artista organizzerà come parte del suo lavoro. Saranno però gli anziani (per volere dell’artista) che saranno invitati a porre domande e a consultare i giovani, in un’inversione di direzione da cui sviluppare una nuova prospettiva di conoscenza.
Una gran bella mostra e un progetto straordinario, invito tutti a visitarla e a leggere su di essa e i suoi presupposti.
Silvia Petronici